22 agosto 2019
Altro momento di intervento dello psicologo è il supporto ai parenti dell’ospite. Domande come “si troverà bene il mio famigliare all’interno della struttura”? Oppure “Avrò fatto la scelta migliore?”. La risposta è ovviamente positiva, perché la struttura consente di seguire il paziente 24h/24h, con cure specifiche. Ma l’accettazione di questo passaggio di separazione è difficile da accettare. Ecco quindi l’aiuto dello specialista, che attraverso i colloqui affronta questa nuova condizione del familiare, e definisce la compliance (alleanza) tra struttura e famiglia. “Un processo di grande aiuto per favorire ed accettare la nuova condizione. Instaurando una buona alleanza questo distacco viene percepito in modo molto minore”.
Infine, ma non meno importante, i corsi di formazione ed il sostegno psicologico per gli operatori. “Le Professioni d’aiuto, ed in particolar modo le Professioni Sanitarie, sono soggette più di altre al rischio stress lavoro-correlato ed alla sindrome del Burnout. E’ possibile fornire ai dipendenti alcuni strumenti psicologici teorici e pratici per prevenire questo rischio (come ad esempio l'apprendimento della tecnica del Training Autogeno di I.H. Schultz) ed eventualmente aiutarli nel caso in cui cominciassero ad accusare suddetto stress. Inoltre la formazione ha un ruolo di estrema importanza: fornire gli strumenti per relazionarsi a livello interpersonale. Molto utile le strategie individuate nel metodo “Four Voice Colors”, di Ciro Imparato: lavorare sulla Semantica Paraverbale, sul tono della voce, volume e linguaggio non verbali (gesti, ecc) per stabilire una comunicazione efficace con il paziente, che arrivi a creare empatia”.
La figura dello psicologo all'interno della Rsa
Tra i diversi servizi offerti dalle Rsa del Gruppo Mantova Salus figura anche quello psicologico. Una figura professionale non richiesta dalle linee guida sanitarie, ma che è stata introdotta come valore aggiunto agli ospiti, ai loro famigliari ed al personale interno. Lo psicologo dunque offre innanzitutto supporto agli ospiti, elaborando un piano di accompagnamento individualizzato che favorisca la dimensione sociale e relazionale della persona e che sviluppi, in modo armonico e condiviso, le potenzialità individuali e contestuali del soggetto. Si inizia con un colloquio per tracciare il profilo psicologico del paziente, finalizzato alla conoscenza del nuovo ospite ed all'individuazione di eventuali ansie preoccupazioni o disturbi psicologici pregressi. Ove necessario, durante la permanenza, si prosegue con i colloqui così da favorire l’inserimento dell'ospite. È infatti frequente il rifiuto della struttura e un legame con la propria realtà domestica che si concretizza con la voglia di uscire (leggi anche i 4 stadi dell’inserimento in struttura..link ad altro articolo).
“Alle Residenze Green Park è attivo il progetto “Io mi ricordo” – spiega il dott. Francesco Bonfà - ogni mercoledì si svolge un’ora di brainstorming di gruppo con i pazienti, in cui si parla di tutto. E’ un modo per stimolare a livello cognitivo le persone, e al tempo stesso, per favorire la rievocazione della traccia mnestica (il ricordo) arrivando a raccontare e a rivivere i propri affetti all'interno del gruppo. Quest'ultimo, diventa un rifugio sicuro e un luogo dove l'ospite si sente accudito e coccolato, favorendo quindi la socializzazione. Ho vissuto dei momenti anche profondi e toccanti, ultimo poco tempo fa, quando durante una seduta una signora ha condiviso con il gruppo il seguente pensiero: “grazie a tutti voi che mi ascoltate! queste cose non le avevo mai dette a nessuno”.
“Alle Residenze Green Park è attivo il progetto “Io mi ricordo” – spiega il dott. Francesco Bonfà - ogni mercoledì si svolge un’ora di brainstorming di gruppo con i pazienti, in cui si parla di tutto. E’ un modo per stimolare a livello cognitivo le persone, e al tempo stesso, per favorire la rievocazione della traccia mnestica (il ricordo) arrivando a raccontare e a rivivere i propri affetti all'interno del gruppo. Quest'ultimo, diventa un rifugio sicuro e un luogo dove l'ospite si sente accudito e coccolato, favorendo quindi la socializzazione. Ho vissuto dei momenti anche profondi e toccanti, ultimo poco tempo fa, quando durante una seduta una signora ha condiviso con il gruppo il seguente pensiero: “grazie a tutti voi che mi ascoltate! queste cose non le avevo mai dette a nessuno”.
Altro momento di intervento dello psicologo è il supporto ai parenti dell’ospite. Domande come “si troverà bene il mio famigliare all’interno della struttura”? Oppure “Avrò fatto la scelta migliore?”. La risposta è ovviamente positiva, perché la struttura consente di seguire il paziente 24h/24h, con cure specifiche. Ma l’accettazione di questo passaggio di separazione è difficile da accettare. Ecco quindi l’aiuto dello specialista, che attraverso i colloqui affronta questa nuova condizione del familiare, e definisce la compliance (alleanza) tra struttura e famiglia. “Un processo di grande aiuto per favorire ed accettare la nuova condizione. Instaurando una buona alleanza questo distacco viene percepito in modo molto minore”.
Infine, ma non meno importante, i corsi di formazione ed il sostegno psicologico per gli operatori. “Le Professioni d’aiuto, ed in particolar modo le Professioni Sanitarie, sono soggette più di altre al rischio stress lavoro-correlato ed alla sindrome del Burnout. E’ possibile fornire ai dipendenti alcuni strumenti psicologici teorici e pratici per prevenire questo rischio (come ad esempio l'apprendimento della tecnica del Training Autogeno di I.H. Schultz) ed eventualmente aiutarli nel caso in cui cominciassero ad accusare suddetto stress. Inoltre la formazione ha un ruolo di estrema importanza: fornire gli strumenti per relazionarsi a livello interpersonale. Molto utile le strategie individuate nel metodo “Four Voice Colors”, di Ciro Imparato: lavorare sulla Semantica Paraverbale, sul tono della voce, volume e linguaggio non verbali (gesti, ecc) per stabilire una comunicazione efficace con il paziente, che arrivi a creare empatia”.